Nel febbraio scorso è stato introdotto un cambiamento che ha interessato tutti coloro che circolano in Italia con un veicolo che possiede targa estera.
Questa modifica è stata apportata in seguito alla necessità dimostrata dal nostro Paese di voler essere maggiormente incline agli indirizzi comunitari, con l’obiettivo di correggere, almeno parzialmente, quella precedente già in vigore che, a sua volta, è stata ispirata dal Decreto Sicurezza.
Infatti, ad esempio, quando si vive all’estero e si ha l’intenzione di trasferirsi in Italia, o qualora lo si sia già fatto, è sempre importante conoscere le normative vigenti, anche quando si parla di circolazione stradale.
Quindi, a prescindere dai due casi, è bene sapere che è possibile circolare in Italia con un veicolo che possiede una targa straniera, a patto che si rispettino delle regole. Da febbraio 2022 è stata introdotta una normativa che ha modificato alcune cose: approfondiamo insieme l’argomento.
Targa estera, per quanto tempo può essere utilizzata
Una delle prime modifiche introdotte si riferisce proprio al periodo di utilizzo dei mezzi con targa estera per tutti coloro che si trasferiscono in Italia.
Non è importante il veicolo che si utilizza, sia che si tratti di un’automobile sia che si tratti di una moto oppure di un mezzo pesante come autocarro o camion, il periodo di circolazione con targa estera è stato esteso a 3 mesi dalla data di iscrizione del proprietario all’anagrafe nazionale.
Questa modifica è decisamente più vantaggiosa per il conducente perché inizialmente il periodo massimo era di 60 giorni. A qualcuno, a questo punto, potrebbe sorgere spontanea una domanda: “Quando finisce questo periodo, cosa accade?”.
Al termine del suddetto lasso di tempo, il veicolo in questione dovrà necessariamente essere immatricolato per ricevere una targa italiana oppure, se non si ha intenzione di ricevere la poc’anzi menzionata assegnazione per diversi motivi come, ad esempio, il rientro nel Paese di partenza, si dovrà trasferire il proprio veicolo nuovamente all’estero.
Se si dovesse trasgredire la Legge, le sanzioni sarebbero salate: è prevista una multa compresa tra i 400 e i 1600 euro, oltre al ritiro della carta di circolazione, al trasporto del proprio veicolo in un’area privata non soggetta a pubblica circolazione e all’obbligo di condurre il proprio veicolo all’estero.
Targa estera, tutta la documentazione necessaria
Tra le modifiche non è presente soltanto quella descritta nel precedente paragrafo, c’è anche una casistica particolare. Infatti, qualora a condurre il veicolo fosse un soggetto che risiede nel Paese, ma non è il proprietario del mezzo, la documentazione che dovrà necessariamente avere con sé a bordo dovrà comprendere un documento da cui si deduce il titolo a cui è stata concessa l’autovettura al guidatore.
Tuttavia è anche bene sapere che il cittadino residente in Italia può guidare il veicolo con targa straniera per un massimo di 30 giorni: scaduto il termine, è obbligato a registrare il titolo e la durata della concessione al REVE, ovvero al Pubblico Registro dei Veicoli Esteri.
Qualora non si dovessero rispettare queste norme, sono presenti, anche in questo caso, delle sanzioni onerose. Ad esempio, se le Forze dell’Ordine, durante un controllo di routine, dovessero accertare l’assenza della documentazione, le sanzioni consisterebbero in una multa di 250 euro e nel fermo amministrativo del mezzo.
In questo caso, il conducente ha l’obbligo di presentarsi in questura provvisto di tutti i documenti necessari entro 30 giorni; in caso contrario scatta in automatico una seconda sanzione che ammonta a 727 euro. Compreso questo, è bene dire che sono presenti delle categorie esenti da questi adempimenti.
Targa estera, categorie esenti
Tra le categorie per cui non vale l’obbligo di immatricolazione, rientrano:
- i cittadini che risiedono nel Comune di Campione d’Italia, in provincia di Como;
- il personale civile e militare dipendente da pubbliche amministrazioni che è in servizio all’estero;
- il personale delle Forze Armate e di Polizia in servizio all’estero presso basi militari oppure presso organismi internazionali;
- i familiari conviventi all’estero del personale che è stato indicato nei precedenti punti 1 e 2;
- I conducenti, attualmente residenti in Italia da oltre 60 giorni, che guidano veicoli, immatricolati nella Repubblica di San Marino, nella disponibilità di imprese che hanno sede nel territorio sammarinese e, con le quali, i conducenti sono legati da rapporto lavorativo subordinato o di collaborazione continuativa.
Targa estera, come avviene l’immatricolazione in Italia
Passiamo adesso a spiegare come si effettua l’immatricolazione di un veicolo con targa estera in Italia che, ricordiamo, è obbligatorio per legge, a meno che non si rientri in una delle categorie appena enunciate.
Precisiamo che al termine dell’immatricolazione si otterrà il rilascio di una targa italiana. Per fare questo sarà sufficiente rivolgersi alla Motorizzazione Civile; anticipiamo già che, se si supera la procedura di immatricolazione, si dovrà provvedere alla stipula di un’assicurazione auto, anch’essa indispensabile per circolare o sostare sulle strade del nostro Paese.
Prima di ottenere la targa c’è una procedura ben specifica da seguire. Innanzitutto, sarà effettuata una prima verifica del mezzo con annessa analisi dei documenti anagrafici del veicolo; ad esempio, saranno esaminati i documenti che riguardano le caratteristiche tecniche del veicolo, con l’obiettivo di accertarsi se il mezzo possa, nell’effettivo, essere o meno omologato a circolare sulle nostre strade.
Dopo aver ricevuto esito positivo al controllo, la Motorizzazione provvederà a rilasciare la carta di circolazione con cui, nei 60 giorni successivi, si potrà provvedere ad eseguire l’iscrizione al Pubblico Registro Automobilistico (PRA).
Per fare questo è necessario essere in possesso di ulteriori documenti, tra questi rientrano:
- certificato di conformità europeo con omologazione italiana;
- atto di vendita con firma che è stata autenticata da un pubblico ufficiale;
- dichiarazione di proprietà del mezzo con firma autenticata;
- copia del documento di riconoscimento dell’acquirente
Terminate tutte queste fasi, se hanno dato esito positivo per l’immatricolazione, si dovrà procedere con la stipula dell’assicurazione RCA per essere a norma e circolare in tranquillità.